mercoledì 11 luglio 2012

AES, Quinto Conto Energia: "Un decreto chiamato CONTRO ENERGIA"

AES: "Un decreto chiamato CONTRO ENERGIA"

Pubblichiamo uno stralcio del comunicato di AES - Azione Energia Solare sul quinto conto energia fotovoltaico dal titolo "Un decreto chiamato CONTRO ENERGIA".

-SolEnergia Sardegna-  Questo Quinto Contro Energia rappresenta la pietra tombale per molte aziende italiane, l’ennesima opportunità, che viene gettata al vento, di creare un settore industriale forte e in grado di competere sui mercati internazionali. Mentre la Germania ha appena varato un nuovo poderoso Conto Energia che darà forza alle già vitali aziende tedesche, il nostro Governo miope e succube, che si riempie la bocca con roboanti proclami nei quali si teorizza di sviluppo, decreta la fine del solo settore industriale che in questi anni è cresciuto, in controtendenza con tutto il mondo imprenditoriale e produttivo. 

Da questo Governo bancocratico, composto da presunti geni della finanza, che uniscono saccenza ad atteggiamento servile e che sono in grado solamente di imporre tasse, senza elaborare una benché minima strategia di contenimento dei costi, non ci si poteva aspettare molto. Azione Energia Solare, insieme ad altre associazioni, aveva proposto ipotesi di sviluppo che, A COSTO ZERO, avrebbero consentito un grande incremento di questo settore, ma una precisa volontà di mantenere i vecchi e superati oligopoli dell’energia ha bloccato ogni possibilità di collaborazione.

Sarebbe bastato per esempio defiscalizzare gli utili derivanti dai grandi impianti fotovoltaici per consentire un serio avvio di installazioni in grid-parity, che avrebbe consentito una forte crescita del mercato, la creazione di posti di lavoro per operatori e aziende, senza alcun costo per i contribuenti e con un introito importante per l’erario. Perché non si è fatto questo?

Perché lo scopo mai confessato, ma di tutta evidenza del ministro Passera, è stato, da sempre, quello di favorire le aziende produttrici di energia da fonti fossili e i loro fornitori, legati da interessi enormi con i principali istituti bancari italiani e questi interessi prevedono e pretendono che le fonti rinnovabili non diano un apporto significativo al sistema energetico Italiano.

Quindi vanno bene i piccoli impianti fotovoltaici che, anche se realizzati in centinaia di migliaia di unità, producono comunque pochi Gigawattora e comunque, anche per questi, sono stati escogitati una serie di impedimenti tecnico-burocratici che stanno letteralmente facendo impazzire i produttori di inverters e gli studi tecnici. È una scelta miope, che porterà l’Italia a sostenere costi energetici sempre più alti, perdendo competitività sui mercati, mentre avremmo potuto trasformare l’Italia in una “sun valley” ricca di energia e di competenze sulle fonti rinnovabili e sulle smart grid...continua a leggere su: qualenergia.it

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